Lezioni di Biodanza, Biodanza Lecce
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Fisioterapia olistica: attività terapeutica che prevede interventi di prevenzione, di cura e riabilitazione da patologie muscolo-scheletriche, neuro-motorie, viscerali

FISIOTERAPIA OLISTICA “ Olos ”
La divisione dell’Essere non porterà mai alla totalità dell’Unione dell’Individuo.
È un approccio più globale rispetto alla fisioterapia classica, che considera la persona nella sua interezza e non solo per il disagio che manifesta. È un'attività terapeutica che prevede interventi di prevenzione, di cura e riabilitazione da patologie muscolo-scheletriche, neuro-motorie, viscerali ecc.. Prevede interventi di prevenzione, funzione e riabilitazione nelle aree della motricità e non solo.
Elabora un programma di riabilitazione personalizzato, volto all’individuazione e al superamento del bisogno di salute del paziente.
Si tratta non soltanto di pura tecnica, non si tratta soltanto di curare un mal di schiena o una cervicalgia, ma di vedere dietro il mondo dell’emozioni, dietro l’universo di cose non dette, non fatte, non manifestate, di frustrazioni che si sono accumulate all’infinito….
Dietro a ogni trattamento manuale o con mezzi fisici, non c’è soltanto un corpo, ma strettamente legato ad esso c’è un Anima e c’è una relazione, una comunicazione stretta tra di loro.
TRATTAMENTO FISIOTERAPICO
Nel trattamento fisioterapico classico ci sono delle tecniche, delle manovre, degli schemi motori definiti, c’è un analisi posturale tutto sicuramente è indispensabile, ma nel trattamento fisioterapico olistico, c’e’ un indagare profondo di questo mondo sotterraneo fatto di emozioni irrisolte che si nascondono dietro contratture, algie diffuse, alterazioni posturali che ci dicono che bisogna lavorare a più livelli.
Non si tratta di un approccio psicoanalitico, ma di capire la malattia, accettarla, osservarla, non opporsi ad essa, entrare in ciò che essa ha da dirci, da comunicarci, in uno stato, privo di giudizio, di opinioni, spesso frutto da condizionamenti, regole educative, comportamentali, religiose e sciogliersi in essa, lasciarsi fluire, in un osservazione pura e assoluta senza nulla da scegliere e senza nessuna direzione da prendere.
In questo stadio di assoluto silenzio e quiete interiore, nel qui e ora in questo momento di estrema profondità lasciamo che emergano naturalmente tutte le risposte che il corpo ci invia, le analizziamo, senza interferire, ma solo essendo delle guide, affinché la guarigione fisica si attui insieme alla consapevolezza e alla evoluzione del paziente.
Piuttosto che allora parlare di malattia bisognerebbe parlare di Benattia perché già nell’espressione del sintomo è insito in se la capacità dell’Anima di manifestarsi e permettere l’autoguarigione.
La malattia in questo caso non è nient’altro che una richiesta dell’Anima, un espressione visibile dell’Essere (come giustamente direbbe Laura Berthelè) che c’è in ogni persona.
Sta a noi saper decodificare il messaggio che l’Essere ci vuole trasmettere.
Questo ci obbliga ad ascoltare per poter comprendere quello che ci vuole dire.
In ognuno di noi sono presenti naturalmente dei processi naturali, biologici di autoguarigione e il nostro scopo è soltanto capire tutto ciò e far fluire liberamente il tutto in una dimensione di piena integrazione tra corpo, psiche, emozioni e anima.
Di conseguenza il mio umile contributo fatto in oltre 20 anni di sperimentazioni in tal ambito prevede prima la decodificazione del messaggio, l’ascolto dell’Anima e poi la sua somatizzazione attraverso il linguaggio della mente e poi del corpo che non mente mai, e adoperare in ciò tutta una serie di tecniche dalla medicina tradizionale a quella non convenzionale mirate al conseguimento del pieno benessere inteso come uno stato di Amore, Bellezza, Purezza, Verità già fin da sempre presenti in noi.

TRATTAMENTO FISIOTERAPICO

TECNICHE FISIOTERAPICHE CLASSICHE


In questo vi rimando al sito del Centro Fisioterapico Mannarini: www.Centrofisiomannarini.it

Tecniche Olistiche:
• Biodanza
• Musicoterapia
• Riequilibrio emozionale
• Massaggio olistico
• Massaggio psicosomatico
• Tecniche sciamaniche
• Tecniche di Respiro
• Aromaterapia e massaggio

MUSICOTERAPIA La musicoterapica è un insieme di tecniche volte a utilizzare la musica a fini terapeutici. In realtà, sin dalle origini, l’ uomo conobbe il potere del suono sul comportamento degli esseri viventi.
Nella nostra epoca in cui la sonorizzazione dell’ ambiente è entrata nel costume, la musica è diventata un elemento della vita quotidiana. Ma non ci può essere musica benefica se non nella misura in cui essa è prevista per coloro che non sono esposti per udirla. Come qualsiasi altra medicina, la musicoterapia non può essere usata alla leggera,anzi un cattivo uso della musica potrebbe risultare dannoso. La musica in realtà ha un effetto induttore; agisce sul piano fisico,sul piano emozionale e comporta profonde risonanze affettive. Paul Valere (nei Pieces sur l’art) esprime così l’azione della musica:
...la musica si fa gioco di noi,rendendoci tristi,allegri,ebbri o pensosi,rendendoci a suo pensiero più ardenti,più teneri che mai.
Le prime ricerche scientifiche sull’azione terapeutiche della musica iniziarono tra le guerre. Da una trentina d’anni i lavori si susseguono in numerosi paesi ( Usa, Austria, Gran Bretagna, Argentina, Germania, Russia, Cina, Polonia, Italia ecc).Ogni paese si orienta verso un ambito particolare. In Francia,più di duecento centri utilizzano la musicoterapia in psichiatria e in ginecologia e ostetricia.



ESPERIENZE E OSSERVAZIONI Sulla materia inerte, facendo vibrare con un archetto una piastra metallica ricoperta di uno strato di polvere, ci si rende conto che tutta la polvere assume forme organizzate, come sotto l’effetto di un campo magnetico . Più il suono è musicale, più i disegni sono armoniosi. Nulla di sorprendente poiché oggi sappiamo che, a dispetto di un’inerzia apparente, ogni corpo materiale è un agglomerato di atomi in perpetuo movimento.
Due violini vengono posti a due o tre metri l’uno dall’altro. La vibrazione del Re sul primo violino provoca la vibrazione del Re sul secondo violino. Un corpo, quindi, può trasmettere la propria vibrazione a un altro corpo. Se quest’altro entra egli stesso in vibrazione,potrà prodursi un fenomeno detto di < > tra le due vibrazioni.



SUGLI ANIMALI Esperienze sulla lattazione delle vacche.
La produzione di latte è molto più abbondante in una stalla in cui è diffusa la musica che in una stalla silenziosa. La resa di latte in stalle vicine agli aeroporti (in cui ci sono dei jet )diminuisce considerevolmente.
L’uso della musica nei mattatoi di Buenos Aires calma molto le bestie prima di essere abbattute e questo evita la perdita di peso normalmente osservata. Esperienza di Jouffroy d’albans, che ha istallato una conigliera musicale in cui i conigli ricevevano due volte al giorno pasti musicali.
Risultati: figliate da dodici a quattordici piccoli e crescita rapida dei coniglietti. In Olanda e in Svezia si stimolavano le galline a deporre le uova sonorizzando i pollai. Queste esperienze confermano il notevole influsso della musica sul sistema neuro-endocrino e neuropsichico degli animali. La musica agisce in senso favorevole ed euforizzante, mentre i rumori sgradevoli agiscono in modo sfavorevole e peggiorativo. La musica tempera l’aggressività e favorisce notevolmente la distensione.


SUI VEGETALI Un’esperienza di un contadino americano che seminò, in condizioni identiche, gli stessi semi in due serre separate, salvo che in una non era diffusa musica ventiquattro ore su ventiquattro.
Nella serra musicale il raccolto fu nettamente più consistente in peso, migliore di qualità e più rapido. Tuttavia le piante più vicine all’altoparlante erano state sciupate dall’effetto delle vibrazioni. In occasione di esperienze fatte in Canada,si sono osservati gli stessi effetti.
Si è notato, in più, che le vibrazioni sonore distruggono un microrganismo nocivo che aggredisce il granturco. E’un’osservazione diffusa che le piante d’appartamento stiano meglio e diventino più belle in un locale in cui c’è la radio che in uno silenzioso. Le vibrazioni musicali hanno dunque un effetto sulla crescita e la salute delle cellule viventi vegetali sull’essere umano.



1-DURANTE LA GESTAZIONE L’ovulo fecondato, annidato nell’utero, è già in contatto con le pulsioni del cuore materno e con numerose vibrazioni: movimenti parientali uterini e addominali, rumori intestinali, respiratori. Il feto percepirà gradualmente questi fenomeni come vitali ed essenziali per la continuazione della vita. Il suo istinto vitale è in relazione con i battiti del cuore che inviano il sangue della madre attraverso il cordone ombelicale. Si costituisce così < > (cioè la registrazione di uno stimolo nella memoria del protoplasma) dell’essere in gestazione. Al sesto mese di sviluppo embrionale, l’organo dell’udito è interamente sviluppato.
Da allora il feto sente i suoni trasmessi dal liquido amniotico e reagisce agli stimoli sonori in modo automatico (esperienze di Peiper con uno strumento idoneo). Sente in particolare la voce di sua madre. Si sa che le madri pianiste devono, al sento mese di gravidanza, interrompere la pratica del loro strumento e non andare più ai concerti, a causa dell’esagerata agitazione del feto.
Benenzon riferisce il caso di una madre molto angosciata sul finire della gravidanza, che veniva calmata dall’ascolto di Madame Butterfly. Ebbene Madame Butterfly fu la sola cosa che calmò i pianti del bambino dopo la nascita! Feijo ha ripetuto sperimentalmente questa osservazione utilizzando l’assolo di fagotto di Pierino e il lupo di Prokofiev, che veniva diffuso sul grembo della madre, mentre essa si trovava in stato di rilassamento.
Le risposte del feto venivano registrate. Dopo la nascita e fino all’ età di tre anni si è notato che, all’ascolto di questa musica, il bambino assumeva un atteggiamento disteso e non piangeva più. Esperienza di Sontag e Fallace, che provocavano un accelerazione cardiaca nel feto di nove mesi(risposta d’allarme) per mezzo di uno stimolo sonoro e ritmato applicato sulla parete addominale della madre. Esperienza di Spelt, che faceva seguire uno stimolo tattile di qualche secondo, a livello del grembo materno, in seguito all’emissione di un suono intenso appena differito. Dopo la prolungata ripetizione di questa doppia eccitazione, l’autore otteneva la risposta appena avvenuta la stimolazione tattile, mentre all’inizio la reazione avveniva solo dopo il rumore. Si tratta di un vero condizionamento del feto!
Riassumendo: il feto è molto sensibile agli stimoli sonori, li memorizza creandosi < >, per usare il termine di Edith Lecourt , tutt’uno con l’ambiente nutritivo e contemporaneo a una rilassante mancanza di gravità.



2-SUL NEONATO Esperienza di diffusione in una nursery di una registrazione di battiti cardiaci che calmano i pianti dei neonati. Sembra che il pianto sia il filo conduttore, un tentativo di ricerca del rumore che manca nel nuovo ambiente del neonato. Esperienze di Tomatis, che dimostrano che il neonato riconosce la voce della propria madre passata attraverso filtri che danno l’impressione di una trasmissione in ambiente acqueo, mentre non riconosce la voce di altre donne.
Esperienze di Salk che provano che i neonati esposti a un rumore simile ai battiti cardiaci aumentano di peso più del gruppo campione non sottoposto allo stesso ascolto. Osservazioni di Benenzon sul ritmo di suzione del lattante:il bambino succhia in modo più calmo (e cessa più facilmente di piangere ) se il suo orecchio è appoggiato al lato sinistro del petto della madre, perché così percepisce i battiti del cuore materno. I movimenti ritmici di suzione del neonato sono in stretta relazione con i suoi battiti cardiaci. Se si aumentano sperimentalmente i battiti del cuore di un bimbo si accelera il suo ritmo di suzione e viceversa.
Esperienza di due ricercatori della clinica ginecologica di Roubaix. Gilles Crepin e Dennis Querlen hanno posto, al momento del parto, un microfono acquatico nell’utero della madre per diffondere il brano della quinta sinfonia di Beethoven. Hanno potuto costatare che questa musica giungeva al bambino attutita e mescolata ai rumori interni della madre e alla sua voce.
L’esperienza è stata allora estesa a differenti stadi della gravidanza. Già dal quinto mese i suoni hanno un’incidenza sul ritmo cardiaco fetale e la voce della madre viene percepita in tutta la sua risonanza;ma anche il padre sarà riconosciuto appena il bambino sarà venuto al mondo. Una vera vita familiare a tre si sviluppa già durante la gestazione. Il bambino non giunge quindi nuovo a un mondo sconosciuto. Anche il linguaggio simbolico ricevuto dall’embrione è di grande importanza per la formazione della sua personalità, della coscienza e dei suoi comportamenti. come dice Tomatis: sentire dissociano si non ascolto e pensiero l’uomo; fa che l’ascolto E' psicologico. atto un ascoltare fisiologico.



3-SULL'UOMO Esperienze di Lundin che dimostrano che una musica leggera facilita la digestione. Esperienze sull’influenza della musica sulla circolazione sanguigna e il cuore:
-Maller: il rullo del tamburo aumenta il flusso sanguigno di una vena aperta.
-Dogiel: l’uomo reagisce agli stimoli sonori con una accelerazione del cuore e un aumento della pressione arteriosa.
-Patrici: precisò l’influenza della musica sulla circolazione sanguigna celebrale.
-esperienze all’ospedale Saint-Joseph di New Jork nel servizio di cardiologia, indicanti che il tasso di mortalità dei cardiopatici gravi si riduce notevolmente con l’utilizzo della musicoterapia.
-Youcef(Egitto) che conduce, nel servizio di cardiologia, alcuni lavori sull’influenza della musica sull’ritmo cardiaco e sul tracciato elettrocardiografico. Esperienze multipla sull’influsso di un’audizione sulla respirazione che può risultare sia accelerata sia alterata. Metera(Polonia)ha presentato alcuni lavori molto elaborati sull’influenza della musica sul consumo d’ossigeno e sulla resistenza delle vie respiratorie.


OSSERVAZIONI ELETTROENCEFALOGRAFICHE: -allo stesso modo in cui si utilizza un generatore di luce intermittente o iperventilazione per procurare onde disarmoniche latenti sull’elettroncefalogramma (E.E.G.), si può utilizzare uno stimolo musicale con lo stesso risultato. E’ anche il miglior modo di diagnosticare le epilessie temporali senza manifestazioni convulsive. Esiste un’epilessia musicogena.
-Gabai e Jost hanno osservato, su alcuni tracciati dei segni di pre-sonno e di sonnolenza, una scomparsa del ritmo alfa che riappare al termine dell’audizione musicale.
-Fraisse e Husson hanno notato la comparsa simultanea della risposta allo stimolo sonoro sull’E.C.G.e di un riflesso psicologico della pelle.
-Oswald, Taylor e Treisman hanno indotto un sonno profondo ad alcuni volontari praticato un E.C.G. mentre essi dormivano. Contemporaneamente diffondendo una registrazione di diversi brani musicali, uno dei quali era particolarmente amato dal paziente. Nel momento in cui compariva brano, benché il soggetto dormisse, si produceva sull’E.C.G. un’onda esclusiva a questo stimolo chiamata complesso K.
Questa esperienza si può ripetere indefinitamente.
Esperienze di micropletismografia (D’Espinay nel 1927, Gay nel 1948, Gabai e Jost recentemente):
-il microplestimografo permette di studiare lo stato di tensione o di distensione muscolare. Essa può essere sostituita dallo studio delle variazioni del riflesso di Hoffman,fatto che permette,grazie a un oscilloscopio,di avere una misura dell’attività motrice periferica. Questa è senza dubbio il modo migliore di valutare l’aspetto dinamogico delle reazioni psicofisiologiche alla musica. L’apparecchio di misurazione più recente è lo psicogalvanoscopio, d’origine Usa, che utilizza due elettrodi digitali provocanti un fenomeno galvanico cutaneo che permette di quantificare li stati di tensione di rilassamento.
Osservazioni di odontostomatologia. La musicoterapia permette di ottenere, oltre al rilassamento e alla scomparsa di ansietà:
-una diminuzione o una soppressione della salivazione
-una diminuzione o un arresto delle emoraggie
-una scomparsa delle nausee (ciò facilita l’esecuzione di radiografie o la presa delle impronte)
-una diminuzione della fatica a tenere la bocca aperta
-una diminuzione della dose di anestetico da usare.



MUSICHE CONSIGLIATE: • La Grande Porta di Kiev di Mussorggskij
• Il lago dei cigni di Ciaikoskij
• La sinf.N.3 in DO Minore di Saint-Saens
• Il Preludio della Cavalleria Rusticana di Ma scagni

Osservazioni in ostreticia sull’ utilizzazione della musica nella preparazione psico-profilattica al parto (sperimentazioni di Feijo o alla clinica di Saint-Raphel e di Bertrand all’ Hopital di Saint Cloud)... Per terminare questo accenno alla musicoterapia in ambito ostreticho-ginecologico, vi racconteremo un aneddoto assai recente che riguarda Amandine, la prima bimba francese in provetta. La stampa ha citato tutti i dettagli di quest’ avvenimento e si è potuto leggere, in particolare, che l’ uovo fecondato è stato reimpiantato delicatamente nell’ utero materno < > allo scopo di aiutare efficaciamente la futura madre, rimasta sveglia, a rilassarsi il più possibile.



MUSICHE CONSIGLIATE PER LA PREPARAZIONE AL PARTO: • Il Vascello Fantasma di Wagner
• L’incantesimo del Venerdì Santo di Wagner.

Esperienza biochimiche dimostrano che, con i suoni ben determinati, si può alterare la biosintesi del DNA e dell’ RNA che sono gli elementi fondamentali della vita cellulare. Questo ci sembra un segnale d’ allarme preoccupante se si considera l’ incredibile sviluppo del rumore nell’ attuale civiltà.
Si può concludere, su una base sperimentale tanto solida quanto variata, che la musica svolge un’ azione sul corpo tutto intero, compresi gli elementi fondamentali della cellula vivente.


L’EFFETTO MOZART: Interessantissimo risulta l’esperimento effettuato, nel 1993, da Gordon Shaw e Frances Rauscher, pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”, che ha permesso ai due studiosi di “salire alla ribalta” della ricerca e sperimentazione: 84 studenti appartenenti ad un collegio furono divisi in 3 gruppi. Il primo ascoltò la sonata per 2 piani in RE, K 448 di Mozart, per 10 minuti ; il secondo gruppo ascoltò una cassetta di musica rilassante, il terzo gruppo non ascoltò musica e rimase in silenzio.
Questi giovani partecipanti all’esperimento alla fine vennero sottoposti ad una prova di ragionamento spaziale sulla base del test di intelligenza “Stanford-Binet”. I risultati indicarono che gli studenti che avevano ascoltato il pezzo di Mozart avevano ottenuto risultati di 8/9 punti più alti di quelli posti nelle altre due condizioni. Tale effetto aveva, però, una durata di soli 10-15 minuti, ed era relativo ad un aspetto settoriale delle capacità intellettive; inoltre gli autori ritenevano che gli effetti non fossero limitati all’ascolto della musica di Mozart, ma che operassero anche altri aspetti dell’intelligenza come il ragionamento verbale o la capacità di memoria.
Tuttavia i mass media diffusero l’idea che l’ascolto di Mozart incrementasse l’intelligenza, tanto che nei negozi di musica la sonata per 2 piani K 448 andò rapidamente esaurita.
Molti studiosi, subito dopo la pubblicazione dell´articolo “Music and spatial task performance”, che dimostrava gli effetti benefici della Sonata K 448 sulle capacità di elaborazione della percezione, espressero forti dubbi. Alcuni sostennero che l´effetto benefico (che peraltro durava non più di 15 minuti) fosse legato soltanto al piacere dell’ascolto, e dipendesse dall’apprezzamento del pezzo e dalla sensazione di rilassamento che sorge in seguito a una qualsiasi esperienza piacevole.
Gli autori dell’articolo dimostrarono con un ulteriore esperimento che l´effetto era prodotto anche in gruppi di topi le cui madri erano state sottoposte durante la gravidanza all’ascolto della sonata K 448.
Don Campbell, un musicoterapeuta americano, è l’autore di un libro, edito da Baldini e Castoldi, che si intitola "L’Effetto Mozart". Egli espone in questo libro la sua esperienza di malattia e di guarigione attraverso il suono. Egli è anche autore di un metodo di applicazione degli effetti della musica di Mozart nel campo dell’educazione, della salute e del benessere.


DON CAMPBELL: Tale metodo prevede l’ uso della musica per rafforzare la memoria, la consapevolezza e l’integrazione degli stili di apprendimento, per migliorare i deficit di ascolto e attenzione, prevede inoltre l’uso terapeutico della musica per i disordini mentali e fisici, per l’immaginazione e la visualizzazione, per attivare la creatività e ridurre la depressione e l’ansia.
Recentemente il prof. J.S. Jenkins dell´Università di Londra, nel Journal of the Royal Society of Medicine di aprile 2001, ha ribadito le conclusioni della ricerca di Gordon e Rauscher del 1993.
Jenkins crede che l´effetto possa in parte dipendere dalla maniera in cui la musica e la percezione delle immagini nello spazio sono elaborate dal cervello. Parrebbe che l´ascolto della musica di Mozart attivi in particolare proprio quelle aree cerebrali che sono coinvolte nella percezione spaziale.
Peraltro lo studio di Jenkins ha dimostrato che gli stessi effetti della musica di Mozart si ottengono con l’ascolto di altri musicisti come Bach o compositori contemporanei che hanno composto brani con struttura musicale molto simili alla sonata k 448, come ad esempio il compositore greco-americano Yanni.
Altri studi dei ricercatori dell’Università di Irvine, California, (Gli stessi che hanno “escogitato” l’effetto Mozart), hanno dimostrato che l’apprendimento e la pratica musicali influenzano positivamente il comportamento e molti processi mentali, come lo sviluppo intellettivo, l’apprendimento del linguaggio, la capacità di leggere, la creatività, le abilità motorie, l’adattamento personale e sociale.
Si può ipotizzare che l’ascolto della musica di Mozart sia in grado di “organizzare” i circuiti neuronali di alimentazione della corteccia cerebrale, soprattutto rafforzando i processi creativi dell’emisfero destro associati al ragionamento spazio-temporale.
Ma perché proprio la musica di Mozart risulta essere la più adatta?
Come è stato dimostrato dagli studiosi dell’Università di Irvine certa musica può apportare miglioramenti alla capacità del cervello di percepire il mondo fisico, formare immagini mentali e accorgersi dei cambiamenti negli oggetti. In altre parole, la musica può influire sul modo in cui si percepisce lo spazio intorno a noi.
Quali zone del cervello, coinvolte nei processi spaziali , sono influenzate dell’ascolto musicale?
Alcune funzioni del cervello, come ad esempio il ragionamento spazio-temporale, dipendono fondamentalmente da regioni localizzate e specifiche della corteccia.
Sembra che esista un unico gene, in grado di influenzare la suddivisione delle aree funzionali della corteccia cerebrale e che regola l’area del cervello in cui ha sede il pensiero astratto. E’ stato scoperto dall’Equipe dell’Ospedale San Raffaele di Milano nel 1990: è il gene Emx-2 che progetta e costruisce la corteccia cerebrale.
La corteccia cerebrale è divisa in aree funzionali specifiche: nell’uomo c’è quella motoria che corrisponde alla scissure Pre-Rolandica e serve per progettare il movimento, poi c’e’ l’aria di Broca, quella di Wernike che sono le aree deputate alla parola pronunciata e quella della parola ascoltata; esistono poi aree associative che coordinano tutte le altre. Queste aree, sede del pensiero astratto, si trovano nella parte anteriore (frontale) della corteccia.
Il gene Emx-2 controlla la suddivisione di queste aree. Non tutti gli individui posseggono tale “elemento” e, conseguentemente hanno le aree del pensiero astratto più sviluppate di quelle uditive, in una parola “capiscono di più ma sentono di meno” situazione in cui grandi musicisti quali, ad esempio, Beethoven sono venuti a trovarsi ma non per questo motivo hanno perso il loro ‘orecchio musicale’.


METODO ALFRED TOMATIS: Il Prof. Tomatis Suscitano notevole interesse ed anche sono numerosi i campi di applicazione del metodo Tomatis.
La teoria sviluppata dal Dott. Tomatis nel corso degli anni ha preso in considerazione le diverse funzioni dell'orecchio e le connessioni tra l'udito e la voce.
Negli anni '60 Tomatis scoprì che la voce utilizza solo le frequenze che l’orecchio può percepire e che ogni cambiamento dello schema uditivo comporta una modificazione della voce.
Nel momento in cui possiamo di nuovo sentire le frequenze deficitarie, tali frequenze appaiono anche nella voce. La qualità e la velocità di emissione migliorano sensibilmente; anche le facoltà psicomotorie sono coinvolte e la persona può comunicare e muoversi in modo più appropriato, ricco e preciso. La sua relazione con gli altri diventa più spontanea ed aperta. Il suo comportamento evolve verso una forma più equilibrata ed appagante.
In particolare il Metodo Tomatis consiste nel ripercorrere le fasi dello sviluppo evolutivo d’ascolto del soggetto, dalla vita intrauterina, attraverso il parto sonoro, il pre-linguaggio e il linguaggio fino alla situazione attuale.
La prima fase di ascolto è chiamata fase di Ritorno Sonoro perché riporta il soggetto ad udire i suoni così come li percepiva nella vita intrauterina (ascolto acquatico: i suoni giungono attraverso il liquido amniotico). Inizia un vero e proprio cammino relazionale che ricalca quello vissuto, come feto, con la madre. Il filtraggio dei suoni permette di eliminare le basse frequenze che non giungono al feto. Si ripercorre poi, attraverso le sedute di ascolto, il cammino verso la nascita.
A questa prima fase segue quella del Parto Sonoro: si abbandona progressivamente l’ascolto “acquatico” per passare ad un ascolto aereo, che ci pone in una nuova relazione con il mondo esterno.
La tappa successiva è quella del Pre-Linguaggio, che, come dice il termine, è la fase che permette di “rivivere” il momento immediatamente precedente alla comunicazione verbale, momento che coincide nel bambino con l’inizio dell’assunzione di una postura verticale. È stato dimostrato che nell’uomo la capacità di parlare si sviluppa proporzionalmente alla capacità di mantenersi eretto.
La quarta tappa del cammino terapeutico proposto è la fase del Linguaggio, fase dell’apertura all’ascolto e alla comunicazione. Attraverso questo itinerario di rieducazione uditiva possiamo utilizzare tutte le risorse per raggiungere un migliore equilibrio personale e beneficiare dei processi di dinamizzazione e di creatività favorite da una buona postura d’ascolto, quella che ci permette di realizzare una carica ottimale della corteccia cerebrale.
Anche questo metodo presenta a livello teorico notevoli punti d’incontro con il metodo Benenzon specie la prima fase, quella dell’ascolto per Tomatis che potremo definire l’Iso Gestaltico per Benenzon, ma anche la terza e la quarta fase che corrispondono per Benenzon all’Iso Culturale.



L’ORECCHIO ELETTRONICO DEL PROF. TOMATIS Partendo da questa intuizione Tomatis ha realizzato uno strumento: l’orecchio elettronico, progettato e perfezionato progressivamente, composto di vari apparati elettronici e di una cuffia speciale capace di trasmettere i suoni anche attraverso la via ossea. Grazie all’orecchio elettronico, delle registrazioni musicali particolari, strumentali o vocali, vengono appositamente filtrate, impoverite di frequenze gravi e arricchite di frequenze acute.
Un’altra intuizione di Tomatis ha portato alla dimostrazione del nesso esistente nel circuito nervoso tra orecchio destro ed emisfero cerebrale sinistro e ciò ha effetto sul linguaggio pensato e verbale, sull’ emotività e sulle relazioni socio-affettive. Infatti i due orecchi non sono utilizzate allo stesso modo: il controllo dell’ascolto è fatto da un solo orecchio, quello destro.
Ciascuno dei due emisferi del cervello ha una funzione diversa: l’ascolto sonoro è analizzato nella parte esterna dell’emisfero sinistro, collegata all’orecchio destro, dove è situato il centro del linguaggio. Se si utilizza invece l’orecchio sinistro, il tempo richiesto per l’ascolto, per motivi anatomici, è molto più lungo del tempo necessario per l’ascolto a destra e il messaggio sonoro si trova così a passare per due volte nella zona del cervello, chiamata Sistema Limbico, dove hanno sede le memorie affettive e le emozioni. Questo può essere causa di difficoltà nel linguaggio e di disturbi nella sfera affettiva. Per questo motivo, applicando il Metodo Tomatis, viene tra l’altro favorito l’ascolto con l’orecchio destro.
Svariati sono i campi di applicazione che il Metodo Tomatis si propone di risolvere: la rieducazione di una serie di turbe posturali e motorie quali la scoliosi, la cifosi dorsale, l’iperlordosi lombare, difficoltà di coordinazione e di controllo del movimento (es. ritardo psicomotorio), stati di ipertono muscolare, ecc.


Il Metodo Tomatis trova inoltre applicazione nel campo della psicosomatica. Nei soggetti con disturbi di natura psicosomatica sono state osservate e documentate una diminuzione della tensione nervosa, della irritabilità, dell’apprensività.
Vi è anche un’applicazione nella preparazione al parto in quanto favorisce il rilassamento, riduce l’ansia, incidendo favorevolmente su travaglio e parto e migliorando la comunicazione madre-bambino in gravidanza
Un altro importantissimo campo d’applicazione del Metodo Tomatis è quello delle difficoltà di apprendimento scolastico: problemi di lettura (dislessia) di ortografia, di calcolo, di memoria, di attenzione e concentrazione.
Analogo discorso per i problemi di linguaggio (balbuzie, ritardo di parola), tanto che in Francia l’Orecchio Elettronico è riconosciuto ufficialmente e viene usato anche all’interno della scuola.



Il padre della Bioenergetica Lowen esortava i suoi allievi in questo modo: "QUANDO VI ACCINGETE A TOCCARE QUALCUNO, METTETE IL CUORE NELLE MANI ". Il massaggio bioenergetico è stato ideato da Alexander Lowen, ma si basa sugli studi effettuati da Wilhelm Reich che, seppure inizialmente discepolo di Freud, si distaccò successivamente dal pensiero di quest'ultimo, concentrandosi principalmente sulle terapie basate sul corpo. Secondo Reich, infatti, il nostro corpo ci parla, comunica, anche in assenza di parole.
Per cogliere in modo semplice il rapporto Mente-Corpo possiamo soffermarci sui nostri vissuti interni quotidiani. Sappiamo tutti, ma non ci prestiamo attenzione, che le nostre emozioni non sono scindibili dal livello corporeo e muscolare: se proviamo gioia i nostri occhi la esprimono, il nostro viso assume un'espressione aperta, le nostre labbra sorridono; cioè attiviamo, senza accorgercene, una serie di movimenti muscolari attraverso i quali l'emozione si esprime. Ciò accade naturalmente anche per la tristezza, per la rabbia e per ogni altra emozione. Questo piano corporeo può essere immediatamente chiaro e leggibile oppure può essere meno visibile ma comunque sempre presente. Se abbiamo un sentimento di rabbia che non possiamo esprimere e mostriamo invece una disponibilità, avremo questa situazione anche a livello corporeo: una espressione muscolare più superficiale obbedirà alla "circostanza" e una parte muscolare meno visibile sarà contratta come espressione di ostilità, di opposizione. Questa dualità Mente-Corpo è naturalmente presente sin dall'inizio della nostra esistenza. Quindi l'emozione ha spontaneamente un corrispettivo corporeo; allo stesso modo in cui una pianta ha un apparato radicale e non è immaginabile senza di esso; allo stesso modo in cui quando adoperiamo una misura di "peso" di qualche cosa implichiamo inscindibilmente una "forza di gravità".
Tutto ciò è una premessa fondamentale per la comprensione dell'Analisi Bioenergetica.
Noi sappiamo che la struttura della personalità, nell'esplicazione delle sue potenzialità, nelle inibizioni e nello sviluppo dei meccanismi di difesa si compie fondamentalmente nei primi anni di vita. Non possiamo qui soffermarci su questo ampissimo e importantissimo argomento ma ci è necessario menzionarlo perché la dualità Mente-Corpo la troviamo, come abbiamo detto, sin dall'inizio della nostra vita. I meccanismi di difesa messi in atto dal bambino in modo prolungato li ritroviamo nel corpo dell'adulto sotto forma di tensioni muscolari croniche.

Tutte le frustrazioni subite e le pulsioni represse dall'infanzia in poi sono reperibili nel nostro corpo come zone di tensione e irrigidimento, definite da Reich “blocchi energetici”. Tali blocchi, in reciproca relazione tra loro, determinano nell'adulto la cosiddetta “corazza caratteriale”, una sorta di armatura, di struttura di difesa, che limita la nostra capacità di esprimere i sentimenti e le potenzialità individuali, costringendoli in rigidi schemi comportamentali.
L'energia vitale, quindi, può bloccarsi in alcune parti del corpo, che diventano sede di tensioni e conflitti, i quali possono creare disturbi di vario tipo e malattie. In queste zone, l'energia non fluisce, stagna, da positiva diventa distruttiva.



Reich ha individuato nell’organismo sette punti fondamentali in cui l’energia ristagna più facilmente e sono :
• Il blocco oculare
• Il blocco orale
• Il blocco cervicale
• Il blocco del torace
• Il blocco del diaframma
• Il blocco del ventre
• Il blocco pelvico

Alexander Lowen , riprendendo gli studi di Reich, ha messo a punto la cosiddetta “analisibioenergetica”, che comprende una classificazione caratteriale riassumibile in cinque tipologie:
• Cerebrale,
• Orale o dipendente,
• Masochista o sottomessa,
• Dominante
• Rigida.

Tale analisi non si effettua allo scopo di etichettare la persona che si ha di fronte, ma di consentirle di prendere coscienza della “corazza” che le è cresciuta addosso anno per anno e che, con tutta probabilità, non sa neppure di avere. Se è vero che nessun paziente corrisponde a un’unica tipologia, è altrettanto vero che ognuno di noi presenta, più o meno sfumate, queste note caratteriali.


CARATTERISTICHE GENERALI
Una volta effettuata la lettura del corpo, che consiste nell'individuarne le parti tese, rigide e bloccate, oltre ai punti carenti di energia, l'operatore crea un “massaggio su misura”, un vero e proprio processo di riappropriazione, di INTEGRAZIONE, durante il quale le zone rimaste in ombra o non accettate vengono gradualmente integrate, e le tensioni sciolte.
Il contatto corporeo avviene in sincronia con la respirazione, tramite pressioni controllate e movimenti attivi e passivi di oscillazione, rotazione e scuotimento. Questo tipo di contatto è “nutritivo”, nel senso che fornisce energia, calore e sostegno, in uno scambio che coinvolge profondamente sia chi fa il massaggio, sia chi lo riceve.
La respirazione assume un'importanza fondamentale in questo tipo di massaggio. Sebbene l'esecuzione dell'atto respiratorio venga considerata scontata ed elementare, una piena consapevolezza di quest'ultimo, e delle difficoltà che spesso si riscontrano nella sua esecuzione (in caso di ansia, stress, paura, tensioni, blocchi energetici), sono fondamentali per una piena consapevolezza di sé, per il libero fluire dell'energia, per ritrovare l'equilibrio psico–fisico ed emotivo di cui ognuno di noi ha bisogno. Il libero fluire dell'energia presente in ognuno di noi rende il nostro corpo caldo, forte e vitale.
Nel massaggio non si fa altro che rilassarsi e godere del tocco e della pressione delle mani di chi lo applica, mentre le mani lisciano e impastano la pelle e i muscoli. Quando è interessata una zona di tensione muscolare, il trattamento può essere anche doloroso. Quindi sapendo che spesso il dolore è dovuto a tensione, occorre assecondarlo: evitare cioè di irrigidirsi ed esprimere il dolore attraverso la voce e la respirazione. Chi massaggia deve essere in grado di sentire nelle mani la tensione dei muscoli e le zone più morbide, le aree piene (dove c’è un accumulo di energia accumulata e inespressa) e quelle vuote (carenti di energia), le aree calde e quelle fredde (deve cioè prestare attenzione alla temperatura e al colore della pelle). E’ importante che chi riceve il massaggio senta più piacere che dolore durante la seduta: tutti infatti abbiamo bisogno che qualcosa di gentile sia fatto per noi. Il massaggio in parte soddisfa questo profondo bisogno e ciò costituisce una delle sue attrattive.

Durante il massaggio il paziente entra in contatto con se stesso, con le proprie emozioni e sensazioni, pertanto può accadere che la persona si abbandoni a un pianto liberatorio. Se questo accade non bisogna allarmarsi: è una manifestazione naturale di scioglimento delle tensioni. Occorre fermare la manualità e rimanere in un contatto di sostegno con la persona facendola girare su un fianco in posizione fetale.


Benefici
Questo tipo di massaggio ha il vantaggio di integrare l'aspetto psicosomatico a quello energetico, considerando l'individuo come un'unità. Per questo motivo, dà la possibilità ad ognuno di noi, tramite il corpo, di prendere coscienza di pulsioni, tensioni e conflitti psichici, in un processo di riappropriazione e rielaborazione della propria vita passata e presente.
Il Massaggio Bioenergetico è un percorso di crescita personale, capace di cambiare radicalmente l'immagine che abbiamo di noi stessi e delle persone con cui entriamo in contatto. Spiegare la tecnica è impossibile, bisogna provarla sul proprio corpo e sentirne gli effetti, esperienza che molte volte viene vissuta come una illuminazione che apre le porte al mondo vasto e misterioso della natura umana


TECNICHE DI RESPIRO

Possiamo restare settimane senza mangiare, interi giorni senza bere ma solo alcuni minuti senza respirare prima di rischiare la morte.


Il respiro aiuta…

Il Corpo - Aumenta il livello di energia e disintossicazione fisica, migliora la capacità respiratoria, sostiene il sistema immunitario, regola la digestione, riequilibra gradualmente il ritmo del sonno.
La Mente - Allevia lo stress, migliora la concentrazione, aiuta a ristabilire le priorità, risveglia la motivazione verso i propri obiettivi.
Le Emozioni - Permette di integrare le emozioni non risolte, ritrovando pace, entusiasmo ed energia. Il respiro è prana, energia vitale, gioia. Respirare è la cosa più importante che facciamo, ma non ci è mai stato insegnato come farlo. Possiamo sfruttare il respiro per energizzarci, per calmare la mente e connetterci col nostro Sé, possiamo aprire lo schema respiratorio per ripulire l’inconscio da esperienze dolorose, traumi, emozioni o sensazioni represse ed integrarle, trasformandole, nella nostra vita di ogni giorno. Cesseranno così di condizionarci e saremo liberi dal nostro passato.
Siamo quindi in grado, tramite il respiro, di riprogrammare il nostro inconscio e ciò che pensiamo di noi e della vita, per diventarne i soli protagonisti. Dando ossigeno alle nostre cellule, i pensieri ristagnanti verranno rivitalizzati e trasformati in pensieri di vita.
- Il respiro incrementa la nostra energia e sostiene le naturali capacità di guarigione del corpo
- Fino al 75% delle nostre tossine viene eliminato attraverso il respiro
Imparando e utilizzando le varie tecniche di respiro permetteremo
un processo di evoluzione personale che utilizza l’energia creata dal respiro per trasformare gli schemi di energia ristagnanti, modificandoli in maniera permanente. Da ciò derivano cambiamenti nel fisico, nella consapevolezza, nell’energia e nella qualità della nostra esistenza.



I risultati eccezionali del respiro si manifestano in :

- maggiore equilibrio tra volontà ed espressione del cuore
- un aumentato senso di pace, serenità, vitalità ed energia
- connessione col proprio Sé Superiore
- risoluzione di molti sintomi mentali ed emotivi e di schemi di pensiero legati a dipendenze (fisiche o psicologiche), rabbia repressa, senso di abbandono, rinuncia, repressione di emozioni


Schemi di respirazione contratta si creano quando inconsciamente blocchiamo il respiro per evitare l’intensità di un’esperienza spiacevole: in questo modo disattiviamo le nostre emozioni, che vengono archiviate nella memoria cellulare. Mantenere queste emozioni disattivate richiede una grande quantità di energia e contribuisce a creare uno stato di tensione cronica.
Utilizzando correttamente il respiro lo schema può essere rilasciato e i muscoli dell'apparato respiratorio riallineati.

AROMATERAPIA E MASSAGGIO “L’aroma di una pianta è la sua anima”.
Come gli ormoni per l’uomo, gli oli essenziali sono la forza vitale della pianta, sono un potente e complesso condensato di informazioni, l’energia pura e concentrata che ha in sé tutte le qualità terapeutiche della pianta da cui proviene.
Quando entriamo in contatto con una essenza, portiamo direttamente nel centro operativo del nostro cervello, le sue qualità.
L’olfatto è il senso che va al cuore del nostro cervello, senza filtri; un profumo arriva direttamente al rinencefalo e da qui interagisce con il talamo e l’ipotalamo, dove una emozione o una immagine si trasformano in un messaggio chimico-fisico che modifica il nostro sangue. Modificando il sangue, si modifica lo stato di coscienza e di conseguenza i pensieri. Con il cibo portiamo dentro di noi una parte del mondo che ci circonda in modo fisico e tangibile; attraverso la respirazione, in modo più sottile, facciamo entrare in noi tutto quello che ci circonda.
Interagendo con gli oli essenziali si entra in rapporto profondo con la vita, con la luce, con la parte più profonda e vera di noi stessi.


Gli oli essenziali penetrano nel corpo non solo attraverso l’olfatto, ma anche attraverso la pelle durante un massaggio, sono fatti delle stesse sostanze organiche che compongono il nostro corpo. Una volta attraversata la pelle, viaggiano nel sangue e nel liquido interstiziale. Si muovono nell’organismo come i nostri ormoni, ne sono il naturale complemento, aiutano le funzioni del nostro corpo e stimolano i processi di autoguarigione insiti in ognuno di noi.
Nel nostro corpo tutto lavora e vibra all’unisono, gli oli essenziali agiscono dove la vibrazione non è più in sintonia, a causa di un malfunzionamento organico, per affaticamento, per un blocco emotivo o per stress. Gli oli essenziali ci riportano completezza e purezza, sono gocce di positività in grado di aiutarci a riarmonizzarci con quello che ci circonda, e soprattutto con quello che è dentro di noi.


Scopo del massaggio con l’utilizzo degli oli essenziali, è quello di distendere i nervi e rilassare, migliorare la circolazione venosa e linfatica, distendere i muscoli affaticati o contratti, tonificare i tessuti, mentre avviene l’assorbimento degli oli essenziali attraverso la pelle e attraverso la via olfattiva. Agiscono su tutti gli aspetti della persona, anche emotivi, infatti, possono dare un grosso contributo per problematiche quali l’insonnia, la depressione, la fame nervosa… Hanno una funzione olistica di riequilibrio della totalità della persona.



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